Nell'oceano di Internet sono centinaia i siti che si occupano dell'affaire Moro, come è stato definito da Sciascia. Il mio blog si presenta come un progetto diverso e più ambizioso: contribuire a ricordare la figura di Aldo Moro in tutti i suoi aspetti, così come avrebbe desiderato fare il mio amico Franco Tritto (a cui il sito è certamente dedicato). Moro è stato un grande statista nella vita politica di questo paese, un grande professore universitario amatissimo dai suoi studenti, un grande uomo nella vita quotidiana e familiare. Di tutti questi aspetti cercheremo di dare conto. Senza naturalmente dimenticare la sua tragica fine che ha rappresentato uno spartiacque nella nostra storia segnando un'epoca e facendo "le fondamenta della vita tremare sotto i nostri piedi".
Ecco perchè quel trauma ci perseguita e ci perseguiterà per tutti i nostri giorni.

giovedì 26 novembre 2009

CASO MORO: OSSERVATORE, ZACCAGNINI FECE TUTTO IL POSSIBILE

A venti anni dalla morte di Benigno Zaccagnini, l’Osservatore Romano rende omaggio a questo laico cattolico di Ravenna, prima partigiano e poi esponente della sinistra dc, ministro del Lavoro e infine, 1975 all’80, segretario del partito dopo la caduta di Fanfani causata dalle lacerazioni seguite al referendum sul divorzio.

Chiamato dal suo amico Aldo Moro a quella responsabilita’, Zaccagnini, ricorda il giornale della Santa Sede, dovette affrontare ‘la prova del tragico rapimento e del crudele omicidio del leader democristiano nei tristi giorni della primavera del 1978′. ‘Resta ancora oggi impresso nella nostra memoria il suo volto sofferente di quei mesi, la voce commossa, rotta frequentemente dal singhiozzo e dal pianto’, scrive l’Osservatore affermaando che, contrariamente a quanto sostenuto in alcune ricostruzioni giornalistiche per le quali era succube della linea della fermezza imposta dal Pci, ‘con l’animo dilaniato, Zaccagnini tento’ tutto il possibile per salvare la vita all’amico fraterno, nel rispetto della legalita’ e delle istituzioni repubblicane, minacciate nella loro stessa sopravvivenza, per la prima volta dalla fine della lotta al nazifascismo, con un attacco violentissimo e inaudito’.

‘La tragedia dell’amico e sodale che aveva ispirato negli anni il suo impegno politico - sottolinea il giornale diretto dal prof. Giovanni Maria Vian - segno’ il declino della segreteria di Zaccagnini che preferi’ abbandonare la scena pubblica scegliendo di conservare unicamente l’incarico di senatore della sua Romagna. Il forte legame con Ravenna, dalla quale non volle mai allontanarsi e l’ininterrotta, fedele, collaborazione con gli arcivescovi della sua citta’ incisero - conclude l’articolo citando tra questi il card. Ersilio Tonini che per il stgertario dc propone l’avvio di un processo di beatificazione - in maniera indelebile sulla sua personalita’, impregnandone intimamente lo spirito: uno spirito politico orientato da una fede cristiana solida e genuina e maturato in circostanze storiche incomparabilmente diverse da quelle attuali’. (AGI)

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