Nell'oceano di Internet sono centinaia i siti che si occupano dell'affaire Moro, come è stato definito da Sciascia. Il mio blog si presenta come un progetto diverso e più ambizioso: contribuire a ricordare la figura di Aldo Moro in tutti i suoi aspetti, così come avrebbe desiderato fare il mio amico Franco Tritto (a cui il sito è certamente dedicato). Moro è stato un grande statista nella vita politica di questo paese, un grande professore universitario amatissimo dai suoi studenti, un grande uomo nella vita quotidiana e familiare. Di tutti questi aspetti cercheremo di dare conto. Senza naturalmente dimenticare la sua tragica fine che ha rappresentato uno spartiacque nella nostra storia segnando un'epoca e facendo "le fondamenta della vita tremare sotto i nostri piedi".
Ecco perchè quel trauma ci perseguita e ci perseguiterà per tutti i nostri giorni.

martedì 30 settembre 2008

Misteri italiani. Aldo Moro e Wojtyla, vittime di Yalta?

Sostenere la pista bulgara nel tentativo di omicidio a Giovanni Paolo II mi sembra molto difficile: per l'attentato al Papa si è indagato, con i limitati mezzi che ha un Pm, solo sul livello degli esecutori e non dei mandanti", spiega il giudice Rosario Priore facendo il punto, a 27 anni dai fatti, sui colpi sparati, il 13 maggio del 1981 a piazza San Pietro, contro papa Wojtyla.
Tre le ipotesi, al di là dei "limitati" risultati delle inchieste giudiziarie: la pista dell'Est, parzialmente accreditata dal Papa nel suo ultimo libro, quella islamica e la terza, la più sfuggente e complessa: quella che postula, al di là degli esecutori materiali del fatto, una sorta di convergenza, dichiarata o implicita, tra gruppi dirigenti oltranzisti dell'Est e dell'Ovest nel liquidare una politica del Vaticano, e un Papa, che stava mettendo in crisi nelle sue fondamenta l'ordine di Yalta.
Su questa pista, "molto affascinante" secondo Priore che stamane è intervenuto a Pomezia al corso promosso dal Polo universitario e dal Ceas (Centro Alti Studi per la lotta contro il terrorismo), ci sono state interpretazioni diverse e anche un richiamo ad un altro caso-chiave della nostra recente storia: l'assassinio di Aldo Moro .
Entrambe hanno in comune un obiettivo di fondo: quello di evitare a tutti i costi lo scompaginamento dell'equilibrio di Yalta che i circoli più oltranzisti di Est ed Ovest volevano mantenere il più a lungo possibile.
"Nella nostra inchiesta abbiamo trovato incredibili convergenze tra forze che dovevano essere contrastanti, in teoria", ha detto il magistrato che ha indagato sull'attentato a Giovanni Paolo II.
"Il capo brigatista Giovanni Senzani - ha detto Priore - ha parlato in suoi appunti del 'Terzo giocatore' tra Est ed Ovest, cioè degli interessi nazionali, spesso compressi, di singole nazioni in un campo e nell'altro. Ci sono Stati stati, servizi, che hanno cercato di 'erodere' l'ordine congelato a Yalta, politici che hanno cercato una 'terza via', ma il giudice deve camminare solo sulle prove. Questo è argomento più da storico che da magistrato".

Il criminologo Francesco Bruno ha puntato il dito su una pista mai emersa con chiarezza, quella della Chiesa Ortodossa, o meglio sulle frange oltranziste che si sono sempre opposte al dialogo tra la Chiesa Cattolica e Mosca. A riscontro le proteste espresse dalla Chiesa Maggioritaria in Ucraina quando il Papa incontrò il patriarca Filarete, durante il suo viaggio nel 2001 e la ferma opposizione al viaggio del Papa a Mosca.
"È un caso se alcuni dei messaggi che svelano il ruolo giocato nel rapimento di Emanuela Orlandi dalla Banda della Magliana sono proprio siglati Filarete? No, non è roba da delinquenti comuni ma da menti altissime e coltissime", ha concluso il criminologo.

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