Nell'oceano di Internet sono centinaia i siti che si occupano dell'affaire Moro, come è stato definito da Sciascia. Il mio blog si presenta come un progetto diverso e più ambizioso: contribuire a ricordare la figura di Aldo Moro in tutti i suoi aspetti, così come avrebbe desiderato fare il mio amico Franco Tritto (a cui il sito è certamente dedicato). Moro è stato un grande statista nella vita politica di questo paese, un grande professore universitario amatissimo dai suoi studenti, un grande uomo nella vita quotidiana e familiare. Di tutti questi aspetti cercheremo di dare conto. Senza naturalmente dimenticare la sua tragica fine che ha rappresentato uno spartiacque nella nostra storia segnando un'epoca e facendo "le fondamenta della vita tremare sotto i nostri piedi".
Ecco perchè quel trauma ci perseguita e ci perseguiterà per tutti i nostri giorni.

domenica 4 gennaio 2009

MORO: 'EUROPA' PUBBLICA SUO ARTICOLO INEDITO SU RELAZIONI ITALIA-USA

Il quotidiano ''Europa'' racconta nell'edizione di questa mattina, in un articolo di Antonello Di Mario (autore de ''L'attualita' di Aldo Moro'', edito da Pironti), quando il presidente democristiano scrisse per il Giorno, diretto da Gaetano Afeltra un ''pezzo'' che faceva riferimento allo scenario che si stava determinando in Europa, cioe' alla possibilita' dell'ingresso dei comunisti nel governo nazionale, ma che, poi, non trovo' spazio sulle pagine della testata controllata dall'Eni ''per motivi di opportunita'''.L'episodio viene rivisitato, in pagina della ''Cultura'' del quotidiano diretto da Stefano Menichini, dopo la lettura di documenti custoditi da trent'anni negli archivi segreti del ''Foreign Office'' britannico e resi pubblici solo in questi giorni.In particolare, dagli atti diffusi dal ''National Archive'' furono proprio gli Stati Uniti ad esser presi dal panico dopo la caduta del terzo governo Andreotti.Infatti, come si legge su Europa, ''Le relazioni tra Italia e Stati Uniti si fecero critiche tra il 12 ed il 16 gennaio 1978, tanto che il Dipartimento di Stato Usa ammoni' i leader democratici al dovere di dimostrare fermezza nel resistere alle tentazioni di trovare soluzioni tra le forze non democratiche''.Moro, nel suo articolo mai andato in stampa, ribadi': ''a noi tocca decidere, sulla base della nostra conoscenza, in piena autonomia, ma con grande equilibrio e senso della responsabilita'''. Secondo il ''leader'' Dc, vi era invece lo spazio per ''raggiungere una positiva concordia sui programmi ed un grado di intesa tra le forze politiche e sociali, i quali consentano, con una soluzione equilibrata ed adatta al momento, di far fronte all'emergenza e di sperimentare un costruttivo rapporto tra i partiti molto differenziati, che la realta' della situazione obbliga a non ignorarsi ed a non paralizzarsi, provocando con cio' la paralisi, e forse peggio, dell'Italia''.''Peter Jay, ambasciatore britannico a Washington - come scrive Di Mario su Europa - dopo esser stato sollecitato il 23 gennaio da Londra, annoto' per i suoi superiori le intenzioni degli americani: l'amministrazione USA si e' decisa che una qualche azione era necessaria. Ecco il perche' delle dichiarazioni. L'idea di condurre operazioni segrete per spaccare il Pci e' stata una delle possibilita' prese in considerazione durante gli incontri di vertice che si sono tenuti. Fonti affidabili hanno confermato l'abbandono del piano 'azioni segrete'. Non ci sono prove che altre agenzie se ne stiano occupando''.Il diplomatico inglese, pero', azzardo' una previsione: ''Nonostante le difficolta' l'amministrazione cerchera' sicuramente nei prossimi mesi metodi per esprimere la sua influenza''.

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